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domenica 4 ottobre 2009

DISCOGRAFIE CRITICHE: Bellini e le sue Primedonne (Parte 2)



I CAPULETI E I MONTECCHI: il contralto primadonna

I Capuleti e i Montecchi è la prima opera belliniana "di repertorio". Alla fine degli anni 50 è Giulietta Simionato, nel ruolo en-travesti di Romeo, a fare da pioniera nel revival di quest'opera (esistono 2 registrazioni live a testimonianza). La Simionato è una vera e propria antesignana del ritorno del contralto belcantista, la prima forse in epoca moderna che si cimentò, senza avere probabilmente riferimenti storico-estetici nell'immediato passato nè una preparazione specificatamente "belcantista", in questo tipo di repertorio uscendone spesso vincitrice grazie alle sue doti sia puramente vocali (innegabile la sua tecnica ferrata) sia interpretative (pensiamo anche al suo Barbiere, cantato coraggiosamente quando ancora l'opera era in mano ai soprani leggeri). Parliamo quindi dei contralti, giacchè è Romeo il personaggio di punta di quest'opera, in qualche modo la vera "primadonna", nonchè l'unica parte autenticamente per contralto protagonista scritta da Bellini. A riprova di ciò occorre ricordare che la parte fu affidata a Giuditta Grisi, contralto sorella del soprano Giulia, e ancor più rilevante è il fatto che il più grande contralto dell'epoca, la Malibran, ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia.

L'opera poi fini per scomparire dai cartelloni alla fine dell'800 e, salvo le già citate pionieristiche riesumazioni del secondo dopoguerra, ricomparirà nei teatri italiani solo nel 1967 alla Scala. Cast stellare, Abbado sul podio, Giulietta è Renata Scotto, Romeo è Giacomo Aragall, Tebaldo è Luciano Pavarotti. Abbado però, che tanto filologico era con Rossini, ci andrà giù pesante su questa partitura, con rimaneggiamenti, tagli e soprattutto terribili trasposizioni tonali atte ad adattare la parte di Romeo, normalmente si è detto affidata a un contralto, al tenore, in una sorta di (irrispettosa) versione moderna dell'opera che vorrebbe il ruolo maschile affidato a una voce maschile. Risultato affascinante sul piano drammaturgico ma decisamente censurabile perchè, oltre a tradire lo spartito belliniano, sovverte completamente gli equilibri tra i personaggi rendendo Giulietta, in origine comprimario "patetico" dalla scrittura decisamente meno in evidenza, l'unica "falsa" primadonna (come per intederci se Adalgisa diventasse la protagonista nella Norma). Versione che, quel che è peggio, divenne per un decennio buono "tradizione". La Ricciarelli ad esempio, altra celebre Giulietta, ha al suo attivo un live ufficiale del 1991 alla Fenice, ormai decisamente alle corde, e una registrazione del 1973, sempre alla Fenice, quì in stato di grazia, in cui viene usata la versione col tenore al posto del contralto (Lucchetti nella fattispecie).

La versione in studio, e quella di riferimento, è quindi quella del 1975 con la ferratissima Janet Baker nel ruolo di Romeo e la stupenda Giulietta di Beverly Sills, non più nel fiore degli anni con la voce ma ancora eloquentissima. Non quindi quel che si dice un modello di "canto all'italiana", ma la cosa ci interessa poco giacchè il calibro delle artiste e il fatto che sul podio Patanè lasci praticamente, per la prima volta, intatta la partitura fanno di questa registrazione un disco di riferimento. Per chi volesse c'è anche un live ufficiale dello stesso anno con la Sills e la grandissima Tatiana Troyanos, in un repertorio certo a lei non congeniale, ma nel quale emerge in maniera grandiosa. Quando si parla di belcanto non si può non citare infine Marylin Horne, altra grande protagonista nella storia di questo titolo come di tanti altri. Dopodichè niente di rilevante, eccettuata la lettura di Riccardo Muti dell'84 che, chissà perchè, non ha avuto il coraggio (o l'opportunità) di incidere l'opera in studio... ci rimane un live ufficiale con la coppia Gruberova-Baltsa, con una Baltsa un po' troppo "bolsa" (se mi concedete il gioco di parole) e decisamente a disagio, oltre che un Muti al solito estremamente marziale nella direzione. Tralasciando le 2 registrazioni in studio della fine dei 90, salta fuori nel 2008 la sontuosa incisione con i Wiener Sinphoniker diretti da Luisi che vede in campo le due superbellissime dell'opera contemporanea: Anna Netrebko e Elina Garanca. L'incisione ha un suono bellissimo non c'è che dire, e le protagoniste sono anche dotate vocalmente se vogliamo, ma sembra mancare una certa verità a questo disco, ennessimo prodotto mainstream per i 2 astri nascenti della lirica-starsystem. Meglio la Garanca ad essere sinceri, anche se ad essa manca il piglio aggressivo e l'accento giusto nei passi d'agilità. Cosa dire poi della Netrebko? sfoggia il suo bel timbro uniforme, un po' troppo monocorde, filati quà e là, ma non tratteggia mai decisamente il personaggio, che risulta ancora più piatto di quel che già è. Un disco non disprezzabile ma abbastanza inerte quindi, alla lunga, tedioso.

DISCOGRAFIA CONSIGLIATA

Capuleti e Montecchi - Simionato, Hurley, Cassily, Gamson (LIVE 1958)
PRO: live storico della Simionato
CONTRO: resto del cast, tagli, suono live

Capuleti e Montecchi - Baker, Sills, Gedda, Patanè (STUDIO 1975)
PRO: integrale, le protagoniste
CONTRO: Gedda un po' appannato





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