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sabato 19 settembre 2009

ESCLUSIVA: Intervista a Maria Dragoni


Prossima ai festeggiamenti dei suoi "primi" 25 anni di carriera gloriosa, noi di Qui la Voce abbiamo intervistato in esclusiva il grande soprano Maria Dragoni:

Il premio Maria Callas è stata una delle tue prime grandi affermazioni artistiche riconosciute. Giulietta Simionato, grande mezzosoprano e amica della Callas, disse in quell'occasione che tu incarnavi quella che era stata l’arte, la voce e lo spirito di Maria. Un ricordo di quel momento.

La vittoria del premio Callas, con le dichiarazioni della Simionato, mi lasciarono sconcertata, piu' che emozionata. Si verificò la stessa cosa al concorso Bellini nel 1981, il presidente di giuria era la Souliotis. Anche in quel caso si parlava della mia straordinaria somiglianza con la Divina: avevo solo 22 anni e cantai Casta diva diretta da Ottavio Ziino. In quell'occasione fu istituito per me un premio extra, piu' importante dello stesso premio Bellini (valeva di piu' anche in termini economici). Così mi fu assegnato il "Premio speciale Maria Callas".
In realtà tutto cominciò qualche anno prima, al primo saggio che feci in conservatorio a 17 anni, in cui cantai Micaela. Con la perentorietà con la quale espressi la frase "qui dei contrabbandier..." rivelai l'autorevolezza del mio modo di esporre il recitativo; così ascoltandomi in sala un regista tedesco voleva scritturarmi per un film al cinema su Norma. Comprai persino lo spartito, ma ero minorenne e la maestra mi vietò di farlo; peccato, oggi esisterebbe un film cinematografico della mia Norma a soli 17 anni. Il ruolo del mio destino, difatti il rimpianto maggiore che ho è il non essere riuscita a incidere Norma con Karajan nonostante avessi già firmato il contratto con Oldani padre, dato che il maestro morì quello stesso anno.



Hai fatto cenno a Norma, che è un ruolo molto difficile come tutti sanno, e che tu hai portato in scena tantissime volte nel corso di questi anni... come anche altri ruoli belliniani come Sonnambula e Pirata, altrettanto impegnativi...

Norma è un ruolo difficile per chi non ha la vocalità giusta, per me non lo è, come non lo sono le opere sopraelencate. Invece è difficile trovare un direttore capace di dirigerla (solo Muti ne è all'altezza), ma la cosa davvero grave è che non sanno allestire questa opera: ho visto solo regie orrende, tranne quella di Zeffirelli per la Callas, di cui purtroppo non abbiamo un video completo (un vero delitto!).

Hai parlato di vocalità... Indubbiamente la tua voce particolare si può definire "drammatico di agilità". Spesso i ruoli belliniani o del primo Verdi sono diventati repertorio d'elezione di cantanti con vocalità lirica che hanno sviluppato attitudini drammatiche o di soprani drammatici puri che però non potevano risolvere i passi fioriti o d'agilità in maniera soddisfacente. Perché è così difficile oggi trovare una voce di soprano drammatico d’agilità?

Per essere un drammatico d'agilità bisogna avere di base una voce drammatica; poi la volontà di studiare tanto per riuscire ad eseguire ruoli d'agilità, che ricordiamo furono scritti per voci drammatiche, e che solo in un secondo momento divennero appannaggio dei lirico-leggeri (i quali oggi, nuovamente, si azzardano addirittura ad eseguire Norma o Pirata. Un vero scempio).
E' in questo senso che sono considerata l'unica vera erede di Maria Callas, perchè ho seguito la sua linea, con voce di drammatico ho studiato come lei, nessun soprano autenticamente drammatico l'ha fatto, e oltretutto bisogna iniziare molto presto. Spero vi sia in futuro qualche soprano drammatico con la stessa volontà della Callas e mia; per ora siamo 2 casi isolati.

Il tuo repertorio in realtà è vastissimo e non si limita alla sola musica del primo 800 ma spazia da Mozart a Puccini. Quali sono i quattro personaggi che meglio rappresentano la tua personalità?

Il mio repertorio spazia proprio perchè alla natura ho aggiunto un lungo studio.
Inutile dire che tra i personaggi adatti a me i 4 principali sono le protagoniste delle opere Norma, Turandot, Macbeth e Nabucco.
In pratica i 4 cavalli di battaglia di Gina Cigna. Proprio lei mi indicava come sua erede, anche se la mia tecnica piu agguerrita mi ha consentito di affrontare anche ruoli come Lucia, Amina, Puritani ecc.

Grandissima soprano drammatico del primo dopoguerra con la quale, lo ricordiamo, hai anche studiato la Turandot... Continuando a parlare di cantanti del passato, quali sono i nomi del passato (ma anche del presente) che apprezzi maggiormente?

Amo Caruso, la Ponselle, Schaliapin, la Callas e Di Stefano, poi la Simionato.
Oggi? Apprezzo il modo intelligente di fare arte della Dessì, la brava Desirèe Rancatore nel suo repertorio, poi la fluviale voce del gigantesco Nicola Alaimo, Simone Alaimo(lo zio) e il suo modo di essere artista che da sempre lo contraddistingue, come apprezzo in alcune opere lo stile della Frittoli e della Antonacci... scusa, ma non mi viene in mente altro ora.

Il mondo dell'opera, visto che abbiamo parlato di colleghi, si dice essere pieno di invidie e di ipocrisie. Il rapporto tra colleghi, siano cantanti o direttori, è sempre facile o ci sono casi in cui si creano attriti tra voi?

Delle invidie o ipocrisie non mi son mai curata, neanche ci ho fatto caso. Non ho mai avuto attriti con colleghi, i quali mi ammirano tutti, intanto per come sono, poi per come canto, in genere sono felici ed onorati di cantare con me, e questo permette a me e a loro di rendere al meglio.

E con i direttori? Leggo nel tuo curriculum che hai lavorato con Mehta, Abbado, Muti, Giulini, Oren, Maazel...le più prestigiose bacchette. Con quali di loro ti sei trovata artisticamente e umanamente più a tuo agio?

Inutile dire che solo Muti mi ha riservato la massima considerazione: appena si insediò alla Scala nel 1986 mi fece debuttare, poi venne spesso ad ascoltarmi, mi invitò a casa sua a Ravenna, mi ha sempre trattata come una persona di casa, così come hanno fatto la moglie e la bellissima figlia Chiara, grande attrice. Per me Muti è il piu' grande, gli altri passano in secondo piano, tutti, compreso Giulini, ma alla fine mi sono trovata bene con tutti. Un mio punto forte è sempre stato l'estrema musicalità, fin dall'epoca del conservatorio (dove non a caso mi diplomai con 10 in solfeggio).

Tornando a parlare dei tuoi ruoli, la tua carriera vede anche delle prime assolute: momento di grande importanza storica oltrechè artistica è stata la ripresa moderna a te affidata dell'Ines de Castro di Persiani, operazione musical-culturale che ha richiamato più di 50 critici da tutto il mondo. Come ti sei sentita nel prendere parte come protagonista a questo evento?

Ines de Castro mi diede la possibilità, come scrisse Gualerzi, di far conoscere la radiografia della struttura vocale della Malibran in un'opera che fu scritta da un autore minore ma proprio a tale scopo; tuttavia trovo comunque molto affascinante la musica descrittiva di Persiani in questa opera. Mioli scrisse sulla rivista L'Opera: "Eroica la Dragoni che dopo tante ricerche ci ha fatto capire finalmente cosa fosse il canto di bravura ottocentesco del quale ha dimostrato di conoscere ogni regola dello stile." Così si espressero i vari critici nel mondo, definendomi l'unica che poteva riesumare tale opera. L'aria piu semplice poi, "Cari giorni", è stata incisa dalla Bartoli in un cd dedicato alla Malibran.

A tal proposito, ultimamente molti cantanti fanno parte dello star-system operistico senza avere, per noi, i requisiti dell'artista vero e proprio. Cosa ne pensi? Sei mai stata vittima delle dinamiche commerciali alle quali è ormai da tempo soggetto il mondo della lirica?

Già la parola star-system non c'entra nulla con la musica, che è un’arte antica, e il grande Uto Ughi lo ha ampiamente dimostrato; infatti è un sistema che ha fallito in pieno ed ora presenta i suoi ultimi strascichi. Alcune esperienze: avevo firmato il contratto per incidere Il Trovatore con Muti ed ero già a Londra. Quelli della Emi erano entusiasti di me, poi arrivò il tenore e cancellarono il cd; dissero: "sta per uscire il Trovatore della Decca con Pavarotti e la Banaudi, e il tenore non può competere con Pavarotti."La mia carriera è costellata di episodi simili.

Come pure ho sofferto la grave ingiustizia dello strapotere americano. Cosi fu per Vestale e Norma; la stampa annunciò: ”è l'anno della Dragoni, che inaugurerà due teatri con Muti (Scala e Ravenna) con due opere importanti: Vestale e Norma"; poi alla Scala, dopo un mese di prove con la Cavani, arrivò una americana imposta dallo star-system, la quale fu poi sommersa di fischi e stroncata dalla critica. Non cantò mai piu', ma alla fine, anche se quando cantai io ebbi il pubblico in delirio e la stampa importante a mio favore, nel dvd Emi c'è l'americana, tanto con i mezzi di oggi simulare applausi ed eliminare i fischi è un gioco da ragazzi. Ancora a Taormina, dovevo cantare io Norma in mondovisione il 23 e alla fine mi ha scavalcato June Anderson, di 10 anni piu' grande di me e che mai ha convinto in Norma (quando io, dall'età di 25 anni, ho cantato ben 115 recite in quel ruolo).



Dai tuoi esordi sono passati altri 25 anni, fatti di una carriera invidiabile in grandi teatri e in un repertorio importante. Senti ancora di non aver fatto tutto quello che potevi e volevi? quale sfida artistica saresti felice di raccogliere oggi?

Dopo 25 anni oggi, oltre alla voce che avevo e che ho ancora adesso, ho l'esperienza e una maggiore sicurezza; come sempre vedremo cosa mi sarà chiesto, non amo la routine, non firmo contratti a lunga scadenza, soprattutto oggi che le cose cambiano di continuo.

Quali consigli daresti ad un giovane che sta per intraprendere una strada nel tuo mondo, quello di cantante lirico nel teatro d'opera.

Non do consigli teorici uguali per tutti, per quanto riguarda la voce ognuno è un caso a sè. Per il resto consiglio di studiare e di non distrarsi, di far diventare quando si studia il canto l'unica passione. Finchè si è in gioco bisogna essere seri ed etici, ma sono certa che le mie sono parole al vento.

A proposito di passioni... Chi è Maria fuori dal teatro? e che passioni ha oltre all'opera?

Maria fuori dal teatro è una persona normale e molto semplice, generosa... talvolta un po’ troppo.
Le passioni sono sempre l'arte, la pittura, la scultura, amo l'estetica e la natura, soprattutto il mare. Avendo cantato in oltre 120 città del mondo ho viaggiato tanto, e viaggiare rimane una mia grande passione.

Per chiudere, i tuoi impegni professionali futuri...

Cose sicure sono un concerto con musiche di Pergolesi a Napoli... poi altre cose, in opzione, tipo il debutto in Attila... ma siamo in settembre, ed arriveranno tanti altri lavori, come sempre.

Cara Maria, ti ringraziamo per la tua disponibilità insieme a chi avrà il piacere di leggere questa conversazione.

Sono io che vi ringrazio per le domande intelligenti.
Vi saluto con tanta stima ed affetto,
Maria Dragoni

(intervista a cura di Didier e Zizzu)

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